mercoledì 27 novembre 2013

Banksy il re della street art

Banksy (Bristol, 1974 o 1975) è un artista e writer inglese che mi ha sempre affascinata. A New York, dove ha soggiornato nel mese di ottobre, Banksy ha lasciato il suo appello per salvare 5Pointz, la mecca dei graffiti di Queens, che sarà demolita per far posto a grattacieli di lusso. Banksy ha concluso il suo mese di “residenza” nella Grande Mela con una installazione di lettere gonfiabili posizionata sulla Long Island Expressway, lungo la strada dell’aeroporto Kennedy e a meno di quattro chilometri dal sito minacciato dalle ruspe ed è tornato nella natia Inghilterra. “Grazie per la vostra pazienza. E’ stato bello. Salvate 5Pointz”, è stato il suo messaggio.
Banksy è uno dei maggiori esponenti della street art. Ciò che si sa di lui è che è cresciuto a Bristol, ma la sua vera identità è tenuta nascosta. Le sue opere sono spesso a sfondo satirico e riguardano argomenti come la politica, la cultura e l’etica. La tecnica che preferisce per i suoi lavori di guerriglia art è da sempre lo stencil, che proprio con Banksy è arrivato a riscuotere un successo sempre maggiore presso street artist di tutto il mondo. I suoi stencil hanno cominciato ad apparire proprio a Bristol, poi a Londra, in particolare nelle zone a nordest, e a seguire nelle maggiori capitali europee, notevolmente non solo sui muri delle strade, ma anche nei posti più impensati come le gabbie dello zoo di Barcellona. Altre foto QUILeggete anche  Blek Le Rat, il maestro di  Banksy. 
(ANSA) - (di Alessandra Baldini) NEW YORK – Banksy dice addio a New York con un appello per salvare 5Pointz, la mecca dei graffiti di Queens, che a settimane sarà demolita per far posto a grattacieli di lusso: il miliardario dell’aerosol ha concluso il suo mese di “residenza” nella Grande Mela con una installazione di lettere gonfiabili posizionata sulla Long Island Expressway, lungo la strada dell’aeroporto Kennedy e a meno di quattro chilometri dal sito minacciato dalle ruspe. “Grazie per la vostra pazienza. E’ stato divertente. Salvate 5Pointz. Ciao”, e’ stato il saluto che ha accompagnato l’ultima “opera” del celebre graffitaro che ha affrescato pareti e serrande della Grande Mela con una sola interruzione: quando il 23 ottobre ha “cancellato l’arte per attività di polizia”. L’intero progetto si intitolava del resto “Better Out than In”, meglio dentro che fuori: “Banksy sostiene che ‘fuori’ e’ dove dovrebbe vivere l’arte”, ha riferito la voce narrante sul sito dell’artista a conclusione del progetto: “Sono gli ultimi mille anni di storia dell’arte ad essere un breve episodio privo di significato, quando l’arte è entrata dentro al servizio di chiese e istituzioni. Il mondo in cui viviamo è fatto, almeno visivamente, di segnali stradali, tabelloni pubblicitari. Non vogliamo vivere in un mondo fatto di arte e non solo decorato dall’arte?”.La polizia di New York ha impacchettato l’ultimo lascito del graffitaro nello spazio di poche ore. Ma Banksy ha lasciato a New York alcune eredità: innanzitutto il logo “I love NY”, in cui “love” è un cuore incerottato, scaricabile dal suo sito e applicabile su una maglietta. Poi, per pochi fortunati passanti di Central Park, le “finte/vere” riproduzioni di celebri opere del misterioso artista di Bristol pagate 60 dollari e che valgono decine di migliaia. Infine per il negozio dell’usato per beneficienza Housing Works, la possibilità di mettere all’asta un insignificante quadretto con una scena pastorale che Banksy ha acquistato per 50 dollari e ridipinto inserendoci un soldato nazista e intitolando il quadro “La Banalita’ della Banalita’ del Male”: Housing Works lo ha venduto online con i proventi destinati ad azioni benefiche per senzatetto e malati di Aids: le quotazioni sono salite a 615 mila dollari.
Nei 31 giorni a New York Banksy ha visitato tutti e cinque i boroughs della Grande Mela. Un paio di volte i suoi fan sono rimasti convinti di averlo avvistato e la polizia, su ordine del sindaco Michael Bloomberg, gli ha dato senza successo la caccia per arrestarlo per vandalismo. Ma a quanto pare l’elusiva primula rossa dell’arte si e’ volatilizzato nella notte di Halloween dopo aver lasciato il suo ultimo messaggio: “Save 5Pointz. Bye”.
Banksy ha salutato New York, dopo un soggiorno di un mese passato a disegnare graffiti e creare opere in giro per la città. L’artista-writer il cui volto è ignoto, è riuscito nel suo intento: tappezzare la città di propri disegni e messaggi, senza essere mai preso dalla polizia e soprattutto senza mai essere riconosciuto e fotografato.
Banksy con questa serie di blitz e performance si è posto all’attenzione del grande pubblico come un protagonista assoluto della scena dell’arte contemporanea. Banksy, ancora una volta, come pochi altri, ha dimostrato di avere un abilità unica nel mischiare alto e basso, dove il basso sono lo stile di scrittura usato nelle strade e l’alto sono lo stile impeccabile e il messaggio ironico delle opere. L’alto è ovviamente anche il prezzo delle opere vendute ai collezionisti di tutto il mondo per decine e a volte centinaia di miglia di euro.
Banksy ha imparato alla perfezione la lezione di Andy Warhol, facendo uscire l’arte dalle gallerie impolverate e rendendola popolare mischiandola alla vita di tutti i giorni. Ha imparato la lezione di Roy Lichtenstein che come lui partiva da immagini popolari, stravolgendone il significato dopo aver inserito particolari a prima vista insignificanti. E per finire ha compreso la forza della delle parole scritte, parole non solo come corredo di opere, ma come opere esse stesse, come già sperimentato con successo da Lawrence Wiener, uno dei pionieri dell’arte concettuale.
Prima di salutare e tornare nella natia Inghilterra, l’artista ha voluto creare un’ultima opera: un’installazione di lettere gonfiabili posizionata sulla Long Island Expressway, con cui lanciava un messaggio in favore di 5Pointz, uno dei luoghi del distretto del Queens, preferiti dai graffitari della zona, che presto sarà demolito per lasciare spazio a delle nuove palazzine: “Grazie per la vostra pazienza. E’ stato bello. Salvate 5Pointz”, il suo messaggio.
Il progetto dell’artista, chiamato Better Out than In (meglio fuori che dentro) è riuscito in pieno: creare ogni giorno del mese opere al riparo da sguardi indiscreti. Unico giorno di inattività, il 23 ottobre, a causa del serio pericolo di essere fermato dalla polizia.
L’artista ha lasciato la propria impronta in tutti i distretti della città. Sarà ricordato dai newyorchesi per i propri lavori sui muri dei palazzi ma anche per un’opera di bene del valore centinaia di migliaia di dollari: un insignificante dipinto raffigurante una scena pastorale è stato acquistato dall’artista per 50 dollari. Una volta ridipinto con l’aggiunta di un soldato nazista, è stato donato al negozio che vende articoli usati per beneficenza Housing Works. L’oggetto messo all’asta, ha raggiunto la ragguardevole cifra di 615mila dollari.