lunedì 10 febbraio 2014

Parole di carta


Cavalli bianchi

Vulnerabile alle parole di carta sono sempre stata,
ricordo di me piccina, con dei libri in mano.

Leggere, si, tanto, sempre.

Ma descrivere le mie sensazioni no, non ero capace.

La solitudine, in cui mi sono avviluppata,
hanno reso le mie intuizioni, prima in embrione, palpitanti di vita.
Riportando a galla delle sopite sensazioni,
incommensurabili emozioni mai espresse prima.
Ora risvegliate dal sonno dell’oblio esistenziale.
Sono qui, per srotolare il filo della mia memoria stagnante,
scudisciare i ricordi e farli galoppare,
impavidi cavalli bianchi,
tra le brumose paludi delle mie lacune.
(scritto in giugno del 2006)